mercoledì 21 gennaio 2015

SE IL CELLULARE NON “PONGA” (di Zebedeo Giuvietti)

Ho una magnifica proposta per le ditte che costruiscono i telefonini: l’opzione “pong”. No, non intendo adattare il più classico dei videogiochi ai minuscoli display dei cellulari, ma più semplicemente la possibilità di attivare il flag “pong” sui nostri simpatici terminali telefonici. Non è ancora chiaro? Ok, mi spiego meglio. La maggior parte di voi, immagino, saprà benissimo cos’è il “ping”, e i quakers più affezionati aggiungeranno anche che “è un numero il cui valore è inversamente proporzionale alla possibilità di fraggare”, ovvero, più è alto e più i nostri avversari ci trasformeranno in carne morta. Beh, prima ancora di ciò, il ping è un segnale inviato da un server alla “ricerca” di un altro. La macchina 192.168.0.1 vuole sapere se la macchina 192.168.0.2 è viva e vegeta? Non gli resta che spedire un pacchettino di dati al suo indirizzo, chiamato per l’appunto ping, e vedere se l’interlocutrice risponde. E la risposta, questo tanti Quakers ancora lo ignorano, si chiama proprio “pong”. Chi irca lo sa da anni.

Ora, perché Zebedeo Giuvietti, libero pensatore, chiede esplicitamente alla Samsung, alla Nokia, alla Apple, alla Motorola e alla NGM di inserire l’opzione “pong” ai loro cellulari? Per rispondere automaticamente agli squillini, ecco il perché! Lo “squillino” è una pratica, molto in voga tra le ragazze, che originariamente significava: “richiamami, ti voglio parlare”, e che consiste tutt’oggi nel chiamare un numero, aspettare che di là il cellulare emetta uno squillo, e poi buttare immediatamente giù la linea. Non si è mai capito per quali ragioni le donne abbiano sempre un credito residuo pari al costo di un etto di pane, fatto sta che in qualsiasi momento di una relazione a effettuare la ricarica deve sempre essere l’uomo.

Poi, probabilmente, qualche moroso particolarmente imbufalito deve aver preso a pugni la fidanzata (“O ti compri quella fottuta ricarica, o ti spacco tutti i denti!”), la voce si dev’essere sparsa in giro (un mio amico direbbe “tramite il neurone condiviso”, un giorno vi spiegherò…), e lo “squillino” ha cambiato significato. Oggi viene usato dalle compagnie più giovani proprio per “pingarsi”: un modo come dire “mi ricordo di te”, al quale si attende come risposta proprio un altro squillino. Guai, però, a non rispondere. Le conseguenze di uno squillo mancato possono essere tragiche. Possono portare al disfacimento di intere compagnie. Per cui, care le mie ditte di cellulari, mettete quella maledetta opzione, che dovrà funzionare proprio così: il cellulare riceve uno squillo, lo identifica come tale e, se riesce a risalire al numero del chiamante, risponde automaticamente con un altro squillino, senza che l’utente debba muovere un dito. Ciò avrà due effetti positivi immediati: primo, rassicurerà l’amica/o del perdurare dei nostri sentimenti nei suoi confronti, secondo, costringerà – prima o poi – la pidocchiosa a spenderli lei, una buona volta, i soldi per la chiamata!

Effettuando una ricerca di immagini con “Ping” Altavista ci aveva restituito innanzitutto la foto di questa ragazza. Premiata con la pubblicazione…

Per la vostra gioia, ecco a voi un “ping” vero… Comunque, per ottenere lo stesso risultato basta aprire una shell di comando e digitare “PING nome.host.da.chiamare”


(da The Games Machine, gennaio 2002)

Disclaimer

Tutti gli articoli riportati su questo sito sono copyright © Paolo Besser e Davide Corrado, tranne ove diversamente specificato: gli articoli apparsi nella rubrica "L'angolo di BovaByte" sulle riviste Zzap! e The Games Machine fino al 2005 sono copyright © Xenia Edizioni Srl, quelli apparsi successivamente su The Games Machine sono copyright © Aktia, e compaiono sul sito di BovaByte su loro gentile autorizzazione. Tutti i diritti sono riservati.